Meritoria iniziativa dell’Amministrazione comunale che ha
deciso di restituire alla pubblica fruizione - sia pure parzialmente - il
diruto Asilo Infantile Calcagno, ravvivando di conseguenza uno degli angoli più
pittoreschi della città: Vaccarella, il quartiere dei pescatori. L’edificio
neogotico, inaugurato nel 1903, come è noto è stato oggetto di un intervento
progettuale che – a ragione – lo vorrebbe destinare a «Museo delle tradizioni
marinare». Il progetto esecutivo, redatto dall’arch. Nino Giardina, è già
munito di tutti i pareri previsti dalla normativa vigente, oltre ad essere
collocato in ottima posizione (la sesta) nell’ordine di priorità generale del
programma triennale delle opere pubbliche. Mancano soltanto i fondi (2 milioni
di euro) per rendere l’idea immediatamente appaltabile, fondi che purtroppo non
sono ancora pervenuti al nostro Comune, malgrado l’avanzamento di apposita
richiesta di finanziamento nell’ambito del PISU “Horus Milae”.
Adesso, per iniziativa dell’assessore al Turismo ed ai BB.
CC. Dario Russo, un timido ma efficace passo in avanti per far tornare a vivere
l’edificio che da decenni rappresenta uno dei simboli del degrado milazzese.
Non una ristrutturazione, vista la penuria di fondi delle casse comunali, ma una
semplice messa in sicurezza per inserire lo storico edificio nell’ambito di un
«percorso culturale che dal Lungomare Garibaldi, attraverso la via Mezzaluna,
raggiunga il Chiostro del Rosario ed il Castello». Una messa in sicurezza che
«si ponga come intervento propedeutico al futuro restauro e sia finalizzata ad
una piena visibilità di tale importante edificio». Una scommessa per la quale è
stato affidato lo scorso 4 febbraio incarico di «progettazione stralcio» ai
tecnici comunali Giardina e Dragà, i quali dovranno consegnare gli elaborati
entro un mese. Un’idea che comporterà un modesto impegno di spesa e che
libererà la struttura da solai collassati e pericolanti, trasformandola –
secondo le intenzioni e le indicazioni dell’assessore Russo – in uno Spasimo
tutto milazzese, in cui ospitare a cielo aperto manifestazioni culturali. Per i
pescatori di Vaccarella, l’occasione giusta per riappropriarsi di un bene
sottratto alla loro disponibilità, visto che i gradini della facciata neogotica
– “espropriati” in occasione della collocazione delle transenne - hanno
ospitato per decenni le loro affascinanti conversazioni marinare e le laboriose
attività di cucitura delle reti da pesca (negli anni Sessanta e Settanta
l’asilo è stato addirittura impiegato per depositare le reti di tanti pescatori
vaccariddòti). Con la speranza che
l’ambiente entoantropopogico fatto di pescatori, reti, barche e rivendita del
pescato, ambiente che ancor oggi è possibile assaporare in prossimità dell’Asilo
Calcagno, non venga compromesso irrimediabilmente dalla nascita del terzo
porticciolo turistico, quello della Kabiria, che – se dovesse diventare realtà
– sopprimerebbe inevitabilmente l’ultima “posta di lacciara” sopravvissuta a
Vaccarella, ossia l’ultimo specchio d’acqua – quello posto proprio di fronte
all’asilo Calcagno - in cui ancor oggi è possibile pescare colorite e
cavagnole. Bene ha fatto dunque l’Amministrazione a sostenere l’idea del
vincolo etnoantropologico per salvare le tradizioni ed il folklore di
Vaccarella. Sempreché la Sovrintendenza non faccia orecchie da mercante.
(fonte: determinazione dirigenziale (IV settore), n. 53 del 4 febbraio 2013, attualmente pubblicata all'albo pretorio online del Comune di Milazzo).
Lo Spasimo a Palermo
Interni Asilo Calcagno
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