domenica 1 dicembre 2013

Il nuovo museo di Milazzo: riflessioni e ringraziamenti



Sono bastati appena 3 mesi per trasformare un triste monumento al degrado in un vivace spazio espositivo. Appena 1.200 euro e tanto olio di gomito: questa la ricetta per soddisfare il mio ostinato desiderio di uno spazio museale etnoantropologico che sino ad oggi mancava a Milazzo. Sarà inaugurato il prossimo 8 dicembre.



In verità in città gli spazi museali che mancano all’appello sono ancora tanti. Se si eccettuano l’Antiquarium archeologico – unico spazio che ha tutte le carte in regola per definirsi “museale” - e le timide esposizioni permanenti allestite, rispettivamente, dall’associazione Tono Solemare in piazza Caio Duilio (Museo del Mare e delle Tonnare), dalla Casa Vinicola Grasso in c.da Albero (Museo Enologico) e dalla Società Milazzese di Storia Patria nella Sacrestia del Duomo antico (esposizione reperti rinvenuti entro il Castello), si può ben dire che Milazzo, in materia di musei, è ancora all’anno zero.



La sala degli utensili del cantiere Providenti e l'ingresso del Carcere Femminile sino a tre mesi fa (foto tratta dal blog del dott. Benedetto Roselli)






Ad offrire lo spunto è stata una favorevole coincidenza. Da un lato la disponibilità offerta (dopo anni di ostinati tentativi da parte dello scrivente e dell’amico Girolamo Fuduli) dagli eredi dei F.lli Providenti, ultima generazione di una gloriosa stirpe di costruttori di barche milazzesi, a mettere a disposizione in comodato la ricca collezione di utensili, fotografie e documenti sulla cantieristica locale risalenti perlopiù al periodo compreso tra gli anni Venti e Quaranta del Novecento. Dall’altro la contestuale iniziativa dell’assessore alla Cultura prof. Dario Russo, che, nell’intento di restituire alla pubblica fruizione l’ex Carcere Femminile, mi ha contattato per sapere se fossi stato disponibile a dare una mano in quest’opera di salvataggio di un bene di proprietà comunale, che dal 2009 era diventato un vergognoso simbolo del degrado. Nelle intenzioni dell’assessore anche l’istituzione di un punto informativo su ville e masserie del Capo e della Piana e chiese cittadine.



La mia risposta non poteva che essere affermativa, visto che tra l’altro da anni facevo la corte all’Amministrazione comunale nella speranza di ottenere un locale nella Piana in cui esporre i reperti della nostra civiltà contadina. Mi attraeva poi, oltre all’esigenza di salvaguardare centinaia di migliaia di euro gettati alle ortiche (tale il valore del Carcere Femminile), l’idea caldeggiata dal prof. Russo di destinare una saletta dello stesso Carcere Femminile alle riunioni di tutte le associazioni culturali cittadine, un’idea geniale in una Milazzo in cui da sempre sono mancati spazi aggregativi.



E’ così che è nato lo spazio espositivo “Memorie di Terra e di Mare”, un itinerario perlopiù entoantropologico – occupa il 60% dei rinati locali di proprietà comunale - in cui il nobile mestiere dei maestri d’ascia si affianca e s’interseca all’affascinante mondo delle tonnare cittadine (e non solo) ed alle testimonianze entoantropologiche della civiltà contadina della Piana. Il tutto arricchito da una decina di filmati, montati con pazienza dallo scrivente, che scorrono in loop continuo in due modernissime TV a schermo piatto donate dal dott. Mimmo Sapienza, presidente dell’Associazione Tono Solemare, e dall’on. Tommaso Currò, ai quali non finirò mai di indirizzare affettuosi ringraziamenti per aver risposto generosamente e senza indugio alla mia richiesta (alquanto sfacciata in verità) di contributi economici.



Uno spazio espositivo etnoantropologico che potrebbe assumere finalmente le fattezze di quella chimera denominata “Museo del Mare e delle Tonnare”, tanto declamata dalle Amministrazioni comunali che si sono succedute dagli anni Ottanta, ma mai messa in atto. Se, infatti, come spero e mi auguro, l’associazione Tono Solemare accetterà l’invito dell’assessore Russo (lui sì che riesce a vedere molto lontano) a trasferire la propria esposizione da piazza Caio Duilio al Carcere Femminile, Milazzo avrà finalmente un museo marinaro di tutto rispetto. Museo che un domani non potrà che avere come sede ideale le sale dell’Asilo Calcagno a Vaccarella.



Dal 2 settembre (giorno in cui l’assessore Dario Russo – ben consapevole della mia impaziente voglia di fare e della mia sete esagerata di spazi espositivi - mi ha consegnato personalmente fin sotto casa le chiavi del Carcere Femminile) ad oggi sono trascorsi 3 mesi di duro e intenso lavoro. Improvvisatomi operaio, giorno dopo giorno (sabati e domeniche compresi) ho fatto di tutto, spesso in assoluta solitudine: dalla pulizia delle vetrine, praticamente distrutte dalle muffe, al trasporto con tanto di camion ed alla pulizia dei singoli reperti, dall’allestimento di pannelli e vetrine alla noiosissima preparazione dell’apparato didascalico ed al – non meno fastidioso – montaggio dei filmati, ivi compresi quelli incentrati – per mantener fede agli impegni assunti con l’assessore – sull’itinerario lungo le ville e le masserie della Piana e sull’itinerario naturalistico lungo i sentieri della Baronia (in visione nella saletta allestita dall’associazione “Il Promontorio”). Risultato, l’allestimento di oltre il 60% degli spazi espositivi. Unici aiuti preziosi quelli di Girolamo Fuduli, con cui ho praticamente condiviso gran parte del percorso, di Enzo Giuffrè, che fedelmente mi ha affiancato anche in quest’ultima fatica, di Ciccio Currò (senza le sue mani d’oro non avrei saputo come fare a districarmi tra impianti elettrici, piantumazione di esterni, cancellate, etc.) e di Vittorio Cernuto, dell’Associazione Tono Solemare, sodalizio che per il Carcere Femminile, pur non avendo alcun beneficio, ha fatto molto di più di qualche altra associazione beneficiaria del protocollo d’intesa siglato col Comune per la concessione in comodato dei locali. A Vittorio debbo, tra l’altro, la creazione degli eleganti pannelli che espongono con perizia certosina gli antichi utensili dei Providenti ed alcuni pratici supporti in ferro battuto.



Un ringraziamento affettuoso desidero inoltre esprimere al giudice Franco Providenti, per aver messo a disposizione di noi milazzesi i meravigliosi utensili del cantiere nautico del nonno e degli zii, alla dott.ssa Elvira D’Amico, per la preziosissima collaborazione non solo culturale, all’anziano maestro d’ascia Gianni Chillemi, per avermi trasmesso il fascino della sua nobile arte aiutandomi nella catalogazione dei singoli reperti, a Renzo Neri ed Erminio Caragliano, per avermi “regalato” quattro bellissimi modellini d’imbarcazioni, alla prof. Gabriella Mondardini dell’Università di Sassari, per le preziose nozioni in materia di garbi, all’amico Vittorio Lopes, per aver messo a mia disposizione reperti della Tonnara del Tono che senza il suo apporto sarebbero andati irrimediabilmente perduti, al prof. Giuseppe Alibrandi, che da S. Giorgio di Gioiosa Marea ha fornito preziose informazioni ai fini della catalogazione del barcareccio di quella tonnara, alla dott.ssa Elvira Resta, per aver esaudito il mio desiderio di eleganti pannelli – addirittura bilingue – sulle antiche pavimentazioni delle dimore non solo gentilizie,  a Francesco Romagnolo, per aver accolto il mio invito a illuminare la saletta dedicata al Capo con le sue meravigliose riprese aeree, ed ancora ai dottori Girolamo Bambara, Pinuccio Bucca, Mimmo Le Donne ed alle dott.sse Mafalda Cambria ed Elvira Resta per i reperti contadini, all’editore Antonio Lombardo per la sponsorizzazione delle gigantografie fotografiche, al giudice Rocco Sisci per l’imponente apparato fotografico sulle barche di tonnara del Messinese, alle associazioni “SiciliAntica” e “Il Promontorio”, al geom. Ciccio Trimboli, al dott. Francesco La Spada, all’arch. Giuseppe Giuttari, al dott. Stefano Trimboli, al dott. Giovanni Mangano, al rag. Mimmo Attardi, all’arch. Santì La Rosa, al dott. Rino Piccione e ancora a Rosa Maiorana,  Graziella La Malfa, Mimma, Vincenzo e Giuseppe Cambria, Bartolo Giorgini, Ciccio Gitto, Leandro Lopes, Carmelo Fulco, Pietro Caravello ed a tutti quegli altri amici (i cui nominativi fanno bella mostra in un pannello dell’esposizione), i quali hanno voluto premiare il mio impegno con grandi e piccoli contributi economici e non solo, significativi attestati di stima alla mia persona.



Ma il ringraziamento più grande desidero esprimerlo al sindaco Pino ed all’assessore Dario Russo per aver finalmente accolto la mia richiesta di locali da adibire a esposizioni museali a disposizione di tutti, turisti e Milazzesi, salvando nel contempo collezioni di reperti che rischierebbero altrimenti di andare perdute. Una disponibilità, la loro, che ha consentito a me ed a qualche amico di recuperare da un vergognoso degrado che lo stava distruggendo uno dei beni culturali più suggestivi della città.

Di seguito i link dei miei filmati e qualche foto del nuovo spazio museale in corso di allestimento


 LA COSTRUZIONE DELLE BARCHE NEL CANTIERE PROVIDENTI 




 


 LA COSTRUZIONE DELLE BARCHE NEL CANTIERE PROVIDENTI 




 





 LA COSTRUZIONE DELLE BARCHE NEL CANTIERE PROVIDENTI 









LA CIVILTA' CONTADINA DELLA PIANA






I reperti contadini

 


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