Riscoperto grazie ai volontari antico sentiero a Capo Milazzo
Sino a qualche giorno fa c’era soltanto una tabella lignea
che lo additava ai passanti. Unico indizio che ne lasciava presupporre la
presenza tra l’intricato groviglio di sterpaglie, rovi e vegetazione spontanea.
Il sentiero ‘u ‘nfennu e u paradisu
collega il poggio di Monte Trino a contrada Manica e grazie all’infaticabile opera di volontariato di Ciccio Trimboli,
coadiuvato dall’encomiabile buona volontà di Piero Aricò, è stato restituito proprio
in questi giorni alla pubblica fruizione, a disposizione dei Milazzesi e soprattutto
- visto l’approssimarsi della stagione estiva - di turisti e visitatori, alla
scoperta di uno degli angoli più incantevoli e suggestivi del Promontorio.
Un lungo profumatissimo e coloratissimo percorso che, in
questi splendidi giorni di tepore primaverile, si snoda tra le svariate
peculiarità naturalistiche del Capo, tra le eleganti varietà della flora
spontanea - tra tutte l’Euforbia arborea (Euphorbia
Dendroides) – e lo sguardo incuriosito di quelle faunistiche, come il
coniglio selvatico.
Il geom. Ciccio Trimboli al lavoro
(foto Nicola Mento)
Il sentiero s’imbocca lungo la stradella in salita che
conduce a Monte Trino, proprio dove l’omonima traversa di via Trinità si piega
ad angolo retto. La targa lignea, affissa oltre un decennio fa dall’Azienda
Autonoma Soggiorno e Turismo, nell’indicarne il percorso non manca di additare
le specie faunistiche rintracciabili lungo il cammino, che inizialmente si
snoda tra due tradizionali muretti a secco (armacìe)
- uno dei quali alto in qualche punto oltre 3 metri! – delimitanti le attigue
proprietà private. Il percorso tra la campagna termina laddove un altro
cartello turistico indica Punta Grottazza, denominazione che trae origine dalla
grotticella che sovrasta il roccioso e selvaggio dirupo. Qui un’altra armacìa guida l’escursione in direzione
sud, verso la Manica, dove il sentiero giunge al termine, non senza prima
riservare al visitatore meravigliosi scorci panoramici con Punta Messinese e le
Eolie sullo sfondo. E’ il tratto più spettacolare, ma nel contempo più impervio
(da cui verisimilmente la denominazione che accosta l’inferno al paradiso), un
pericolo comunque lenito da qualche cima saldamente ancorata alla roccia dai
volontari che da un decennio a questa parte (a partire dalla meritoria ed indimenticabile opera di Legambiante) hanno consentito al sentiero di
sopravvivere.
(foto Nicola Mento)
Da qualche giorno è possibile dunque riassaporare le
meraviglie offerte da questo incantevole sentiero, la cui percorrenza necessita
calzature adeguate e bastone da trekking. L’opera di Ciccio Trimboli e Piero
Aricò non può certo considerarsi esaustiva: quattro braccia certamente non bastano
per rimettere in sicurezza un sentiero che richiederebbe un serio intervento
finanziario, oltre che personale e mezzi adeguati per la sua scerbatura. Pur
tuttavia, considerando il confronto tra come il percorso si presentava prima
del loro intervento e come si presenta adesso, sorge quasi il dubbio che non
siano stati soli nell’opera di pulizia. Una fatica immane che si giustifica
soltanto con l’amore infinito che Ciccio Trimboli nutre nei confronti della sua
Milazzo, rarissimo esempio di ex amministratore comunale che continua a servire
– peraltro appassionatamente, oltre che gratuitamente - la propria Città anche
dopo la fine del mandato. Grazie di cuore, geometra Trimboli.
Le altissime armacie ad inizio sentiero in contrada Monte Trino
Punta Grottazza
Punta Grottazza
L'impervio sentiero rimanda ai gironi infernali
(foto Nicola Mento)
Sul far della sera
Scorcio paradisiaco
(foto Nicola Mento)
Resti di casetta con muri a secco. Si affaccia su un panorama mozzafiato.
Una delle cime che coadiuvano il visitatore
(foto Nicola Mento)
In prossimità della Manica
La Manica con vista sul Tono
L'accesso al sentiero in c.da Manica, alle spalle dell'ultima abitazione
(foto Nicola Mento)
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