lunedì 20 ottobre 2014

Castello & Turismo - Lettera aperta all'Amministrazione Pino

LETTERA APERTA ALL'AMMINISTRAZIONE PINO 

Nessuno può immaginare quanto mi abbia ferito la visita di oggi pomeriggio al Castello. Malgrado i 37.000 euro incassati, a seguito dell’istituzione del ticket d’ingresso, da metà luglio ad agosto (e non conosciamo ancora l’incasso di settembre ed ottobre), il più importante bene culturale di Milazzo continua a versare nel più indecoroso degrado. Gli scavi archeologici continuano ad essere invasi da sterpaglie ed erbacce, solo in parte potate. I mucchi di erba potata invece continuano a restare abbandonati tra gli stessi scavi archeologici: erba potata, ma non gettata via. I vialetti che dovrebbero consentire ai turisti di osservare gli scavi continuano ad essere difficilmente percorribili, perché i cespugli sono cresciuti ancor più. Eppure si parla di scerbare questi benedetti scavi archeologici dall’inizio dell’estate. I due ascensori che dovrebbero consentire soprattutto ai disabili di raggiungere il primo piano del Mastio e del Monastero delle Benedettine continuano ad essere off limits dall’inizio dell’estate. Mentre contestualmente progettiamo un mega-ascensore che dovrebbe condurre i turisti dal Tono al Borgo, attraverso la Porticella, in prossimità del Castello, ma non all’interno dello stesso maniero. Porte e finestre prive di manutenzione (vedi Duomo antico), erbacce ovunque, dalla Cinta Aragonese a quella Spagnola, impossibilità di accedere al rivellino centrale ed al Bastione delle Isole, sporcizia diffusa (le scope di vedono poco), un alveare di vespe posto accanto al grande salone con camino continua a restare al suo posto, malgrado una mia segnalazione agli organi competenti di alcuni mesi fa.


Nel frattempo i turisti continuano ad arrivare e giunge persino qualche nave da crociera: loro pagano il ticket d’ingresso, le casse comunali si gonfiano, ma i servizi latitano. E i turisti mormorano. Ho pressato tanto affinché fosse istituito un ticket d’ingresso da vincolare alle spese di manutenzione. Vi prego, signori amministratori, in un’ottica di collaborazione reciproca per il bene della nostra Città, spendiamoli questi soldini per rendere più presentabile il nostro Castello, che poi è il salotto di Milazzo, il suo angolo più prezioso. E non aspettiamo i tempi biblici delle gare d’appalto. La scerbatura, sul presupposto che consente il proliferare di zecche, serpi e topi (problematiche dunque di igiene pubblica e di pubblica incolumità), si può affrontare d’urgenza con un’ordinanza adottata dal primo cittadino quale ufficiale di governo, così come gli ascensori servono ai disabili subito, d’altra parte è una norma di legge a loro favore che ne ha imposto l’installazione. Spendeteli immediatamente questi fondi, non continuiamo ad abbandonare al degrado quanto di più prezioso la storia ci ha consegnato. Debelliamo le vespe e compriamo carta e sapone per i bagni, che oggi ad esempio ne erano sprovvisti. I visitatori pagano ed è giusto che abbiano un servizio decoroso. Adesso che l’introito c’è, non abbiamo più alibi. Ci vuole soltanto buona volontà.


Signori amministratori, Vi prego di non interpretare questa mia come una critica, quanto piuttosto come un invito costruttivo ad operare per l’immagine di Milazzo. Credetemi, signori amministratori, vedere il Castello abbandonato al degrado non mi fa gioire per niente, non è per me occasione per gettare discredito su questa Amministrazione. Quando Milazzo perde, perdiamo tutti. Chi mi conosce bene sa che non sono ambizioso. Nessuna intenzione di candidarmi al consiglio comunale, figurarsi a cariche ancor più impegnative. Nessuna ambizione politica, dunque. Nulla che possa giustificare un mio accanimento o atteggiamento persecutorio nei confronti di questa Amministrazione, nei confronti della quale ho spesso indirizzato critiche, ma sempre propositive. La critica fine a se stessa non fa parte del mio codice comportamentale. Le proposte invece si. Peraltro non sono mancati miei elogi o mie difese nei confronti dell’Amministrazione Pino, alla quale ancor oggi riconosco il merito di aver imboccato l’unica strada giusta per giungere al risanamento delle casse comunali: il dissesto. Dico questo, signori amministratori, nella speranza che si possa abbattere il muro di diffidenza nei confronti dello scrivente, nella speranza cioè che non venga accolta questa denuncia come l’ennesima critica da cestinare nella pattumiera, quanto piuttosto in termini di proposta costruttiva per tutelare l’immagine del Castello e dunque della mia e Vostra Milazzo. Quando Milazzo perde, perdiamo tutti, amministratori e cittadini.

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