Sono bastati appena 3 mesi
per trasformare un triste monumento al degrado in un vivace spazio espositivo.
Appena 1.200 euro e tanto olio di gomito: questa la ricetta per soddisfare il
mio ostinato desiderio di uno spazio museale etnoantropologico che sino ad oggi
mancava a Milazzo. Sarà inaugurato il prossimo 8 dicembre.
In verità in città gli spazi
museali che mancano all’appello sono ancora tanti. Se si eccettuano
l’Antiquarium archeologico – unico spazio che ha tutte le carte in regola per
definirsi “museale” - e le timide esposizioni permanenti allestite,
rispettivamente, dall’associazione Tono Solemare in piazza Caio Duilio (Museo
del Mare e delle Tonnare), dalla Casa Vinicola Grasso in c.da Albero (Museo
Enologico) e dalla Società Milazzese di Storia Patria nella Sacrestia del Duomo
antico (esposizione reperti rinvenuti entro il Castello), si può ben dire che
Milazzo, in materia di musei, è ancora all’anno zero.
La sala degli utensili del cantiere Providenti e l'ingresso del Carcere Femminile sino a tre mesi fa (foto tratta dal blog del dott. Benedetto Roselli)
Ad offrire lo spunto è stata
una favorevole coincidenza. Da un lato la disponibilità offerta (dopo anni di
ostinati tentativi da parte dello scrivente e dell’amico Girolamo Fuduli) dagli
eredi dei F.lli Providenti, ultima generazione di una gloriosa stirpe di
costruttori di barche milazzesi, a mettere a disposizione in comodato la ricca
collezione di utensili, fotografie e documenti sulla cantieristica locale risalenti
perlopiù al periodo compreso tra gli anni Venti e Quaranta del Novecento.
Dall’altro la contestuale iniziativa dell’assessore alla Cultura prof. Dario
Russo, che, nell’intento di restituire alla pubblica fruizione l’ex Carcere
Femminile, mi ha contattato per sapere se fossi stato disponibile a dare una
mano in quest’opera di salvataggio di un bene di proprietà comunale, che dal
2009 era diventato un vergognoso simbolo del degrado. Nelle intenzioni
dell’assessore anche l’istituzione di un punto informativo su ville e masserie
del Capo e della Piana e chiese cittadine.
La mia risposta non poteva
che essere affermativa, visto che tra l’altro da anni facevo la corte
all’Amministrazione comunale nella speranza di ottenere un locale nella Piana in
cui esporre i reperti della nostra civiltà contadina. Mi attraeva poi, oltre
all’esigenza di salvaguardare centinaia di migliaia di euro gettati alle
ortiche (tale il valore del Carcere Femminile), l’idea caldeggiata dal prof.
Russo di destinare una saletta dello stesso Carcere Femminile alle riunioni di
tutte le associazioni culturali cittadine, un’idea geniale in una Milazzo in
cui da sempre sono mancati spazi aggregativi.
E’ così che è nato lo spazio
espositivo “Memorie di Terra e di Mare”, un itinerario perlopiù
entoantropologico – occupa il 60% dei rinati locali di proprietà comunale - in
cui il nobile mestiere dei maestri d’ascia si affianca e s’interseca
all’affascinante mondo delle tonnare cittadine (e non solo) ed alle
testimonianze entoantropologiche della civiltà contadina della Piana. Il tutto
arricchito da una decina di filmati, montati con pazienza dallo scrivente, che
scorrono in loop continuo in due modernissime TV a schermo piatto donate dal
dott. Mimmo Sapienza, presidente dell’Associazione Tono Solemare, e dall’on.
Tommaso Currò, ai quali non finirò mai di indirizzare affettuosi ringraziamenti
per aver risposto generosamente e senza indugio alla mia richiesta (alquanto
sfacciata in verità) di contributi economici.
Uno spazio espositivo
etnoantropologico che potrebbe assumere finalmente le fattezze di quella
chimera denominata “Museo del Mare e delle Tonnare”, tanto declamata dalle
Amministrazioni comunali che si sono succedute dagli anni Ottanta, ma mai messa
in atto. Se, infatti, come spero e mi auguro, l’associazione Tono Solemare
accetterà l’invito dell’assessore Russo (lui sì che riesce a vedere molto
lontano) a trasferire la propria esposizione da piazza Caio Duilio al Carcere
Femminile, Milazzo avrà finalmente un museo marinaro di tutto rispetto. Museo
che un domani non potrà che avere come sede ideale le sale dell’Asilo Calcagno
a Vaccarella.
Dal 2 settembre (giorno in
cui l’assessore Dario Russo – ben consapevole della mia impaziente voglia di
fare e della mia sete esagerata di spazi espositivi - mi ha consegnato
personalmente fin sotto casa le chiavi del Carcere Femminile) ad oggi sono
trascorsi 3 mesi di duro e intenso lavoro. Improvvisatomi operaio, giorno dopo
giorno (sabati e domeniche compresi) ho fatto di tutto, spesso in assoluta
solitudine: dalla pulizia delle vetrine, praticamente distrutte dalle muffe, al
trasporto con tanto di camion ed alla pulizia dei singoli reperti,
dall’allestimento di pannelli e vetrine alla noiosissima preparazione
dell’apparato didascalico ed al – non meno fastidioso – montaggio dei filmati,
ivi compresi quelli incentrati – per mantener fede agli impegni assunti con
l’assessore – sull’itinerario lungo le ville e le masserie della Piana e
sull’itinerario naturalistico lungo i sentieri della Baronia (in visione nella
saletta allestita dall’associazione “Il Promontorio”). Risultato,
l’allestimento di oltre il 60% degli spazi espositivi. Unici aiuti preziosi
quelli di Girolamo Fuduli, con cui ho praticamente condiviso gran parte del
percorso, di Enzo Giuffrè, che fedelmente mi ha affiancato anche in quest’ultima
fatica, di Ciccio Currò (senza le sue mani d’oro non avrei saputo come fare a
districarmi tra impianti elettrici, piantumazione di esterni, cancellate, etc.)
e di Vittorio Cernuto, dell’Associazione Tono Solemare, sodalizio che per il
Carcere Femminile, pur non avendo alcun beneficio, ha fatto molto di più di
qualche altra associazione beneficiaria del protocollo d’intesa siglato col
Comune per la concessione in comodato dei locali. A Vittorio debbo, tra
l’altro, la creazione degli eleganti pannelli che espongono con perizia
certosina gli antichi utensili dei Providenti ed alcuni pratici supporti in
ferro battuto.
Un ringraziamento affettuoso
desidero inoltre esprimere al giudice Franco Providenti, per aver messo a
disposizione di noi milazzesi i meravigliosi utensili del cantiere nautico del
nonno e degli zii, alla dott.ssa Elvira D’Amico, per la preziosissima
collaborazione non solo culturale, all’anziano maestro d’ascia Gianni Chillemi,
per avermi trasmesso il fascino della sua nobile arte aiutandomi nella
catalogazione dei singoli reperti, a Renzo Neri ed Erminio Caragliano, per avermi
“regalato” quattro bellissimi modellini d’imbarcazioni, alla prof. Gabriella
Mondardini dell’Università di Sassari, per le preziose nozioni in materia di
garbi, all’amico Vittorio Lopes, per aver messo a mia disposizione reperti
della Tonnara del Tono che senza il suo apporto sarebbero andati
irrimediabilmente perduti, al prof. Giuseppe Alibrandi, che da S. Giorgio di Gioiosa Marea ha fornito preziose informazioni ai fini della catalogazione del barcareccio di quella tonnara, alla dott.ssa Elvira Resta, per aver esaudito il mio
desiderio di eleganti pannelli – addirittura bilingue – sulle antiche
pavimentazioni delle dimore non solo gentilizie, a Francesco Romagnolo, per aver accolto il
mio invito a illuminare la saletta dedicata al Capo con le sue meravigliose
riprese aeree, ed ancora ai dottori Girolamo Bambara, Pinuccio Bucca, Mimmo Le
Donne ed alle dott.sse Mafalda Cambria ed Elvira Resta per i reperti contadini,
all’editore Antonio Lombardo per la sponsorizzazione delle gigantografie
fotografiche, al giudice Rocco Sisci per l’imponente apparato fotografico sulle
barche di tonnara del Messinese, alle associazioni “SiciliAntica” e “Il
Promontorio”, al geom. Ciccio Trimboli, al dott. Francesco La Spada, all’arch.
Giuseppe Giuttari, al dott. Stefano Trimboli, al dott. Giovanni Mangano, al
rag. Mimmo Attardi, all’arch. Santì La Rosa, al dott. Rino Piccione e ancora a
Rosa Maiorana, Graziella La Malfa, Mimma,
Vincenzo e Giuseppe Cambria, Bartolo Giorgini, Ciccio Gitto, Leandro Lopes, Carmelo
Fulco, Pietro Caravello ed a tutti quegli altri amici (i cui nominativi fanno
bella mostra in un pannello dell’esposizione), i quali hanno voluto premiare il
mio impegno con grandi e piccoli contributi economici e non solo, significativi
attestati di stima alla mia persona.
Ma il ringraziamento più
grande desidero esprimerlo al sindaco Pino ed all’assessore Dario Russo per
aver finalmente accolto la mia richiesta di locali da adibire a esposizioni
museali a disposizione di tutti, turisti e Milazzesi, salvando nel contempo
collezioni di reperti che rischierebbero altrimenti di andare perdute. Una
disponibilità, la loro, che ha consentito a me ed a qualche amico di recuperare
da un vergognoso degrado che lo stava distruggendo uno dei beni culturali più
suggestivi della città.
Di seguito i link dei miei filmati e qualche foto del nuovo spazio museale in corso di allestimento
LA COSTRUZIONE DELLE BARCHE NEL CANTIERE PROVIDENTI
LA COSTRUZIONE DELLE BARCHE NEL CANTIERE PROVIDENTI
LA COSTRUZIONE DELLE BARCHE NEL CANTIERE PROVIDENTI
LA CIVILTA' CONTADINA DELLA PIANA
I reperti contadini