sabato 1 giugno 2013

Giù le mani dagli eucalipti di Vaccarella!

Ho sempre sostenuto gli amici pescatori della “Nino Salmeri” di Vaccarella. Anche nei momenti per loro più bui, come quando scrissi al comandante della Guardia Costiera per avere rassicurazioni all’indomani dell’alluvione del 22 novembre 2011. Fu proprio in seguito a quella mia missiva che il comandante Coke riferì che ben 5 sugli 11 dei campionamenti prelevati nel loro mare risultavano «caratterizzati dalla presenza, in percentuali diverse, di sostanze di origine idrocarburica». Ho condiviso e sostenuto in prima persona le loro battaglie sacrosante, come l’ultima, quella dell’ottobre scorso avverso un provvedimento che avrebbe messo al bando le “rizze” depositate sulla spiaggia, creando agli stessi pescatori non pochi disagi e compromettendo l’immagine consolidata ed il folklore di questo pittoresco angolo di Milazzo. Ho cercato anche, proprio nell’ottica di tutelare le loro secolari tradizioni marinare, di tracciarne un profilo storico, dipingendoli in una sorta di affresco capace di affiancare alle loro fatiche quelle dei pescatori d’una volta. Ne è uscito fuori un nuovo libro, la cui proprietà letteraria è stata da me donata all’editore Lombardo, senza dunque pretendere in cambio un solo centesimo, ennesimo - ma doveroso  - omaggio a questa mia amata Città, che meriterebbe molto, molto di più.

Non posso però condividere l’ultima loro presa di posizione, diffusa questa mattina dalla Gazzetta del Sud. La proposta cioè di estirpare ogni fusto di eucalyptus esistente a Vaccarella, sulla base dell’elencazione d’una serie di danni, invero descritti alquanto esageratamente. E che tali allarmismi siano non poco esagerati lo attestano chiaramente le foto da me scattate proprio questa mattina nel lungo tratto di spiaggia compreso tra la chiesa di S. Maria Maggiore e l’ex Asilo Infantile Calcagno. Nessuna di queste foto mostra danni, ancorché minimi, alla pavimentazione ed alla ringhiera eseguite dall’Amministrazione Italiano intorno al 2009, dunque ben 4 anni fa. Come non sembrano esserci inconvenienti d’altro tipo, se non l’ennesimo danno che verrebbe arrecato alla nostra Milazzo sottraendole ancora una volta un’ulteriore fetta di verde pubblico. Peraltro con quali fondi l’ente Comune attualmente dissestato dovrebbe far fronte al costosissimo taglio ed al non meno costoso trasporto di questi alberi e, soprattutto, all’acquisto ed alla collocazione delle nuove alberature proposte (palme Cocos identiche a quelle piantumate in Marina lungo gli esercizi commerciali)?

Se mi posso permettere un consiglio, rinuncino gli amici pescatori della “Nino Salmeri” a questa loro ardita pretesa e pensino piuttosto a mantenere pulito e decoroso il litorale ed a portare avanti  ben altre problematiche. Come quella, ad esempio, dell’apposizione del vincolo entoantropologico da parte della  Sovrintendenza per difendere le loro tradizioni ed il loro habitat dall’invadenza sempre più sfacciata dei porticcioli turistici. Inviai qualche anno fa con raccomandata una richiesta in tal senso alla Sovrintendenza, ma senza il supporto della popolazione locale e soprattutto degli stessi pescatori difficilmente potrà essere accolta.
















Nessun commento:

Posta un commento